Milano, Hotel Michelangelo – 3 dicembre 2011
Riassunto relazione su “Tamponanti gassosi”
Dr. Maurizio Sborgia


 

Il razionale dell'utilizzo di un mezzo di tamponamento al termine della vitrectomia è quello di evitare il passaggio di fluido attraverso le rotture retiniche fino all'instaurarsi di un'adeguata cicatrice corioretinica indotta dalla retinopessia. I tamponanti gassosi sono stati i primi ad essere utilizzati. Già nel 1911 e nel 1938 esistono report del loro impiego nella chirurgia del distacco di retina.

Le caratteristiche fisiche di rilevanza clinica dei gas sono: spinta idrostatica, tensione superficiale, espandibilità. I gas di più frequente utilizzo sono:  Aria, SF6, C2F6, C3F8. Presentano una emivita crescente da 2.6gg a 16gg con una durata del volume terapeutico variabile.

I principali criteri di scelta di un tamponante sono rappresentati da: a) stadio proliferativo e valutazione del rischio riproliferativo: membrane immature, manovre di peeling aggressive, membrane sottoretiniche;  b) caratteristiche delle rotture retiniche: sede, esposizione  e trofismo EPR in corrispondenza delle rotture; c) criteri extraoculari :difficoltà di mantenimento della posizione, età, stato di salute generale, status mentale. Utilizziamo il gas dunque in assenza di PVR di grado elevato, in casi con basso rischio riproliferativo, rotture retiniche superiori o rotture inferiori con determinate caratteristiche e quando sia possibile un corretto posizionamento del paziente.

I risultati di studi comparativi  tra 25-23-20 gauge nel trattamento del distacco di retina regmatogeno con l’impiego di tamponanti gassosi presenti in letteratura  mostrano  risultati anatomici e funzionali non statisticamente differenti. Per quanto attiene invece alle complicanze la vitrectomia  a piccolo calibro sembra presentare un'incidenza maggiore di complicanze: endoftalmite 0.02% 20G versus 0.13% 25G, sutura delle sclerotomie per leakage fino al 34,6%, ipotonia fino 8.4%, distacco di coroide fino al 3%. Alla luce degli analoghi risultati anatomo-funzionali e della aumentata incidenza di complicanze specifiche ci sembra che i vantaggi presentatati dalla chirurgia a piccolo calibro nel distacco di retina regmatogeno (minor tempo chirurgico, aumentato comfort per il paziente, minore reazione infiammatoria, minori variazioni refrattive postoperatorie) permettano di giudicare la chirurgia a piccolo calibro preferibile nel trattamento  del distacco di retina regmatogeno.